ottobre 07, 2021
Mese della Prevenzione Dentale
La cheratosi attinica, anche definita cheratosi solare, rappresenta il tumore cutaneo di più frequente riscontro. Si stima che in Europa e negli USA le cheratosi attiniche colpiscano dall’11 al 25% della popolazione generale, con un picco di incidenza oltre i 60 anni ed una lieve predilezione per il sesso maschile. In Australia l’incidenza della cheratosi attinica raggiunge il 60% con un’insorgenza precoce dopo i 40 anni, a sottolineare l’importanza dell’intensità della radiazione solare e del fototipo chiaro nel determinismo di tale patologia. La causa fondamentale della cheratosi attinica è l’esposizione solare cronica; il danno solare sulla pelle si accumula nel tempo ed è più marcato nei soggetti con fototipo chiaro.
Questo tipo di tumore interessa lo strato più superficiale della pelle: l’epidermide, tuttavia se non adeguatamente trattato nel 10-20% dei casi può evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo; tale evoluzione richiede in genere decenni. Biologicamente la cheratosi attinica è quindi considerata una precancerosi.
Essendo le cheratosi attiniche causate dall’esposizione cronica, cumulativa, ai raggi solari si riscontrano nelle zone cutanee maggiormente fotoesposte quali il volto, il dorso delle mani e la parte superiore del tronco. Il cuoio capelluto, nelle aree alopeciche e quindi non protette dai capelli, è quasi sempre colpito nei soggetti di sesso maschile.
Clinicamente le cheratosi attiniche si presentano come lesioni multiple, di piccole dimensioni, di colore grigio-rosa, con superficie cheratosica e crostosa. Talvolta la componente squamo-crostosa è particolarmente evidente conferendo alle lesioni un aspetto verrucoso. Nei casi dubbi l’analisi in dermatoscopia permette di avere una precisa conferma diagnostica.
Per il trattamento delle cheratosi attiniche sono disponibili diverse opzioni:
Di recente introduzione è la Terapia Fotodinamica con luce ambientale ed in particolare la Daylight Photo Dynamic Therapy (PDT).
La terapia fotodinamica è una metodica fisica per il trattamento di lesioni cutanee discheratosiche a carattere tumorale (cheratosi attiniche, carcinomi basocellulari superficiali e carcinomi in situ di Bowen). La Daylight PDT è una particolare tipologia di terapia fotodinamica che consiste nell’applicazione di una crema a base di metil-5-aminolevulinato in occlusione sulle lesioni interessate, previo eventuale curettage superficiale, con successiva esposizione alla luce naturale per 2 ore (entro 30 minuti dall’applicazione della crema).
Tale metodica permette la riduzione o scomparsa delle lesioni trattate, senza intervento chirurgico e quindi senza anestesia locale. Durante l’esposizione alla luce naturale si potrà avvertire una sensazione di bruciore locale o di calore variabile da soggetto a soggetto, ma in genere di entità lieve. Nei giorni successivi al trattamento alcuni pazienti presentano dolore, bruciore o prurito nelle aree irradiate particolarmente nelle lesioni tumorali del volto, mentre è reperto comune la presenza di croste nelle aree trattate che tuttavia scompaiono in pochi giorni. I risultati estetici ottenuti sono considerati da buoni ad eccellenti.
Il trattamento può essere ripetuto più volte, secondo il risultato ottenuto e il giudizio dello specialista.
La terapia fotodinamica rispetto ad altre scelte terapeutiche presenta una serie di benefici:
La terapia fotodinamica è inoltre indicata per pazienti:
Oltre al trattamento delle cheratosi attiniche è fondamentale la prevenzione attraverso un’adeguata protezione solare secondo le seguenti raccomandazioni:
I pazienti con cheratosi attiniche devono eseguire controlli dermatologici periodici, con cadenza almeno annuale, per valutare l’eventuale evoluzione in forme tumorali più invasive.
Prima della Terapia Fotodinamica PDT
Dopo la Terapia Fotodinamica PDT
Testo a cura del dott. Diego Tosi